venerdì 24 giugno 2016

Brexit

La Gran Bretagna ha deciso di andarsene e così farò anch'io.
Vivo in questo Paese da due anni, mi ha dato tanto, mi ha fatto crescere. Prima di arrivare qui non sapevo neanche cucinare un piatto di pasta e adesso faccio il giocoliere tra i fornelli cucinando piatti da tutto il mondo, il curry verde thailandese è diventato la mia specialità. Trovavo magnifico poter incontrare in palestra, al supermercato o al cinema realtà così diverse, persone da ogni dove con così tante storie da raccontare. Lascio perché sono deluso. Sono anni che mi batto sui vantaggi di essere tutti uniti, un giorno sei a Madrid e l'altro a Bruxelles senza pagare visti esorbitanti. Lavoro in ufficio quindi ho un buon lavoro e anche una bella casa, per essere partito con un sogno e niente esperienza lavorativa ne ho fatta tanta di strada. Potrei benissimo dire "beh aspetto tre anni e faccio domanda per diventare cittadino" e nel frattempo vedrò se mi serve un visto, sicuramente la mia azienda mi aiuterà. Ma non voglio, mi sento non voluto. Perché dovrei continuare a vivere e pagare tasse in un Paese fondato sull'immigrazione che gli immigrati sono un male?

Brexit

La Gran Bretagna ha deciso di andarsene e così farò anch'io.
Vivo in questo Paese da due anni, mi ha dato tanto, mi ha fatto crescere. Prima di arrivare qui non sapevo neanche cucinare un piatto di pasta e adesso faccio il giocoliere tra i fornelli cucinando piatti da tutto il mondo, il curry verde thailandese è diventato la mia specialità. Trovavo magnifico poter incontrare in palestra, al supermercato o al cinema realtà così diverse, persone da ogni dove con così tante storie da raccontare. Lascio perché sono deluso. Sono anni che mi batto sui vantaggi di essere tutti uniti, un giorno sei a Madrid e l'altro a Bruxelles senza pagare visti esorbitanti. Lavoro in ufficio quindi ho un buon lavoro e anche una bella casa, per essere partito con un sogno e niente esperienza lavorativa ne ho fatta tanta di strada. Potrei benissimo dire "beh aspetto tre anni e faccio domanda per diventare cittadino" e nel frattempo vedrò se mi serve un visto, sicuramente la mia azienda mi aiuterà. Ma non voglio, mi sento non voluto. Perché dovrei continuare a vivere e pagare tasse in un Paese fondato sull'immigrazione che gli immigrati sono un male?

domenica 17 gennaio 2016

Libri distillati

Se ne parla da qualche giorno libri distillati, non riassunti ma brevi. Che cosa ne penso? Bell'idea.

Non farò il saccente scrivendo tutti i libri che ho letto perché siamo sinceri, eccetto qualche classico come 1984 di Orwell o Il mondo nuovo di Huxley, non credo di potermi erigere a paladino dei grandi classici.
Mi piace leggere, ma ho sempre letto quello che volevo leggere. Il piacere è una lettura, se tutti dicono che un libro è assolutamente da leggere magari lo compro e gli do un'occhiata, ma se non mi convince non mi costringo a leggerlo. I tempi del liceo sono finiti.

Ritornando a bomba, i libri distillati. Non ne ho nemmeno dato una definizione per chi non li conosce. Una casa editoriale, la Centauria, ha lanciato una collana di libri condensati, ristretti, ridotti all'osso. Perché? Perché no?

Posso capire perché chi legge libri da tempo possa storcere il naso: tutto quello che è stato scritto in un libro è importante perché l'autore ha deciso così. E sono d'accordo.
Però siamo seri, viviamo in un mondo dove tutto viene fatto di fretta, era fisiologico che un nuovo "stile" di lettura venisse creato.
Esistono gli audiolibri, io sono sicuro che c'è gente convinta che porteranno a dimenticare come si legge, eppure io ne ho ascoltato qualcuno e sono fantastici quando si è in macchina o è buio e non si può leggere. Esistono gli ebook, pratici per chi non ha una libreria capiente o è sempre in viaggio. Adesso i libri distillati. È solo un nuovo modo di godere della lettura.

Non credo che l'uno comporti l'estinzione dell'altro. Un po' come i telefilm e i film. I fumetti e i libri, Supporti diversi che possono regalare grandi emozioni.

sabato 15 agosto 2015

Inaccontentabili

Se Selvaggia fosse qui con me mi direbbe "Sei triste? Sorridi" e forse avrebbe ragione. Non che mi stia simpatica, non so nemmeno chi sia se non per le sue opinioni volutamente controtendenza che non fanno altro che accendere un riflettore dietro l'altro su di lei.
Credo di essere affetto dal morbo dell'inaccontentabilità, passatemi il termine. Però non di quel tipo che ti porta a fare grandi cose e a migliorare, bensì quello fine a se stesso che ti fa nascondere sotto le coperte la mattina.
Il pessimismo mi perseguita e questo post non fa altro che confermarlo. Quindi che fare? Sorridere?
Basta un movimento dei muscoli facciali per essere felici. Purtroppo no.
Di che cosa ha bisogno un uomo per essere contento...
Sì, ho usato i tre puntini sospensivi per la prima volta perché seriamente non lo so.

Cambio.
Per come sono fatto non riesco a far deprimere le persone, quindi niente come va? Tutto bene? Dai sì, appena ho un po' di tempo ci beviamo un caffè insieme!

mercoledì 10 giugno 2015

Salopette sono troppo estate 2015

È tutto iniziato con un giro da H&M in una tranquilla giornata di caldo pre-estivo pre-prova costume. Eccomi lì quasi annoiato che passo una dopo l'altra le magliette sulla rastrelliera, si chiama così quel coso dove ci appendono gli abiti oppure espositore chi può dirlo.
E così di punto in bianco eccola la maglietta dalle mille banane. Il passaggio da camerino>Snapchat>Twitter>cassa è stato così rapido che nemmeno ho sentito i soldi scappare via dal mio conto corrente.
Tornando verso casa con la mia maglietta con le banane mi ha fatto capire che c'era qualcosa che non andava. Una maglietta così pazzesca non poteva andare da sola con un paio di jeans di Alcot qualunque.
Sicuramente conoscerete il sito di moda ASOS, io no. Cioè lo conoscevo di fama ma dai comprare online mai fatto perché cazzoneso si comprano i biglietti degli arei su Internet mica i vestiti, come ero ingenuo.
Praticapuffamente apro ASOS ed entro in trans. Non so come ma il mio subconscio mi ha guidato nella sezione salopette. Salopette amore a prima vista. Sì anche il modello era gnocco, ma la salopette faceva comunque la sua porca figura.

Oggi è finalmente arrivato il mio ordine e non faccio in tempo a parlarne su Twitter che esplode il caso Salopette Sì o No.

A ME FOTTESEGA PERCHÉ IO LA TROVO TROPPO BELLISSIMA E VOI MI DOVETE DARE RAGIONE COME I PAZZI OK?


venerdì 1 maggio 2015

Minchia zio oh

Ogni tanto mi prende questa cosa che devo scrivere e quindi è tutto un minchia zio oh devo assolutamente scrivere un libro.
Poi però è tutta una discesa negli inferi del pigrismo. I famosi Pigrinferi. Mettetemi davanti a una pagina vuota e mi viene un blocco da Nessun segnale. Per favore ricontrolla l'antenna TV di quel fottutissimo digitale terrestre con la scheda Mediaset perché-non-si-sa-mai che dovetti comprare. Cioè, che schifo vero. Non so voi ma a volte passo giornate intere a fissare il vuoto pensando, ma pensando cose serie tipo la vita, la pace del mondo e come risolvere la mobilità di Roma mettendo metropolitane anche in bagno. Vi ho mai detto che mi piacciono i treni?
E no, tutto svanisce in un minchia zio oh.
A volte mi è capitato di scrivere qualche riga, addirittura qualche capitolo, e poi niente più. Arrivano sempre i dubbi, sto scrivendo roba leggibile? Gliene può fottere niente a qualcuno? MA NO BISOGNA SCRIVERE PER SE STESSI!! Sì, ma i pippi sonanti dove li mettiamo? 
Poi non mi piace mai rileggere quello che scrivo. Sono una di quelle persone che credono fermamente che il passato è passato e fanculo gli errori tanto niente è perfetto e poi sbattone rileggere tutto, dai.

Se stai leggendo fino a qui e ti chiedi giustamente di che minchia zio oh sto blaterando, no niente volevo solo scrivere un po' senza un vero fine. Senza parlare di niente, un post vuoto.
Un po' come tutto quello che conta, insomma.

sabato 6 settembre 2014

Il mondo del lavoro

Sono sicuramente l'ultima persona che può parlare del mondo del lavoro visto che le mie esperienze lavorative sono così esigue che in confronto Belén Rodríguez è una gran lavoratrice. Però vorrei dire la mia.
Si sa, in Italia la burocrazia è così arzigogolata e complessa che fa perdere moltissimo tempo inutilmente e anche il mondo del lavoro ne soffre molto. Ai datori di lavoro, ormai, quasi non conviene più assumere. Assumere significa avere un commercialista, assumere significa spendere un sacco di soldi in tasse, assumere significa che una volta che hai assunto una persona e questa si dimostra inetta non puoi più disfartene.

Quindi che cosa fanno i datori di lavoro? Assumono in nero. E non puoi farci niente. Non hai nessuna certezza, un giorno lavori l'altro boh e non sai nemmeno quanto ti pagano.

Poi ci sono anche quei posti di lavoro onesti che ti fanno il contratto, di merda ovviamente, però almeno ti pagano i contributi. È già qualcosa, no? 
Purtroppo anche qui non è tutto rose e fiori. Finito il mese aspetti il tuo stipendio e no, devi aspettare che si ricordino di pagarti. E gli extra? Ma di preciso quanto ti danno? Non si sa, mistero, segreto come la ricetta della Coca-Cola.

Ormai il "non pagare" è diventata una disciplina nazionale. Perché se voglio una maglietta devo pagare subito mentre se io lavoro "ah sì, tra qualche giorno di paghiamo". Perché? Tra l'altro pare pure brutto chiedergli i soldi, che volgarità parlare di denaro.

Io, ripeto, sono agli inizi, ma sono già stanco. Non dovremmo nemmeno accettarlo. Io non voglio passare la mia vita a inseguire i creditori. 

Non è possibile vivere così.

lunedì 18 agosto 2014

I campeggi pullulano di animatori!

Sabato fuga dalla città. Siamo andati a comprare una tenda da Decathlon perché la mia, o meglio quella di mia sorella, proprio non riuscivo a trovarla. Ho cercato ovunque ma niente.
Comprata la tenda partiamo alla volta di Anzio e andiamo al campeggio di Parco della Gallinara.

Non ero mai stato in un campeggio, ci volevo troppo andare. Mi sa proprio di una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita. Dormire fuori casa all'aria aperta e cercare di arrangiarsi senza tutte le comodità della vita moderna. E invece no.

Forse ho letto una volta di troppo le storie delle Giovani marmotte sul Topolino, ma ero convinto che campeggiare significasse abbracciare la natura, vivere la natura e dimenticarsi della città. Niente di tutto questo. Campeggiare oggi, per lo meno in Italia, significa andare in un villaggio pieno di animatori, piscine, ristoranti, mercati. Anche i campeggiatori non sono sprovveduti, ho visto antenne paraboliche, cucinotti, camper super accessoriati.
MA ALLORA CHE RAZZA DI CAMPEGGIO È?!

Se vi portate tutte le comodità della città, chi volete prendere in giro con la storia della vita in mezzo alla natura? Tra l'altro gli animatori li odio, sono come la peste e pure in campeggio me li devo trovare? Io boh.

Il prossimo campeggio lo faccio nel salone di casa mia.

martedì 29 luglio 2014

Banale

Crescendo ho imparato che le persone sono molto prevedibili. Anzi peggio, banali.
Quante volte avete ascoltato gli stessi discorsi triti e ritriti? Discorsi sul tempo come se ognuno fosse un presentatore di programma meteorologico.
Non sai di che cosa parlare? Parla del meteo.
Vuoi fare successo? Fa' qualcosa di banale ma allo stesso tempo sempre in voga.

Perché essere originali, allora? Vi faccio un esempio, io questo blog lo sto usando un po' a caso. Non c'è un argomento specifico, e non vuol dire che non ci sarà mai, forse un giorno, ma al momento è molto arrabattato. Se volessi guadagnare miliardi di visualizzazioni non dovrei far altro che scrivere qualche tutorial o barzellette e sarei a cavallo. E state tranquilli non c'è nemmeno bisogno di esserne in grado, basta copiare.

Quindi ripeto: perché essere originali

È una tendenza che è sempre esistita, sia chiaro, ma ultimamente è sempre più predominante nella Rete. La condivisione di contenuti, grazie alle reti sociali, è diventata sempre più facile. C'è chi anche solo condividendo i contenuti di qualcun altro può aspirare alla fama. Però anche chi crea questi contenuti non si spreme più di tanto le meningi. 
Solo le stupidaggini hanno successo e questo lo trovo molto triste.

Vuoi rendere virale un contenuto. Semplice. Parla di qualcosa generico tipo "Condividi se anche tu da piccolo odiavi la scuola" e BOM hai conquistato il tuo pubblico.

Io non ci sto.

Condividi su Facebook e Twitter e seguimi se anche tu respiri!1!11

mercoledì 23 luglio 2014

Mai Così Vicini

Mi ha trascinato al cinema con l'inganno "stasera ci sono i film in promozione a 3€" e io non me lo sono fatto ripetere due volte, e nemmeno tre.
Andiamo al The Space Leonardo e scopriamo che i film in saldo sono solo due di cui uno, Maleficient, lo avevamo già visto e quindi niente ho pronunciato le parole che non bisognerebbe mai pronunciare in presenza di un barbiere o davanti una scelta di un film "fai te".

Mai Così Vicini. Sì, ha scelto questo film.
Prima di continuare mi piacerebbe fare una premessa, io di cinema zero. In senso, mi piacciono i film ma guardo esclusivamente quelli che piacciono a me e me ne sbatto di registi, attori o tutta-quella-gente-famosa-che-bisogna-conoscere.
"Dai c'è Michael Duglas!"
"Chi?"
"Duglas! Ha fatto un sacco di film. E c'è pure Diane Keaton!"
"Chi?"
Entriamo in sala. Inizio noioso, un vecchio che cerca di vendere una casa poi spara un cane con la vernice perché fa i bisognini nel suo giardino poi fa l'acido con i suoi condomini poi arriva il figlio che gli porta una bambina dicendo che è sua figlia e che lui deve andare in carcere quindi se può vivere con lui poi il vecchio fa tanto io no non la voglio poi la vicina di casa si incarica della bambina poi il vecchio scopa con la vecchia poi diventano una famiglia felice poi fanno uscire di prigione il figlio del vecchio a suon di bigliettoni e azioni legali poi fine. Potete respirare adesso.

Persino questa foto è noiosa. Dio quant'è noiosa.
DIO CHE ROTTURA DI PALLE! MA A CHI CAVOLO PIACCIONO QUESTI FILM? Ah già al mio ragazzo.

Cosa non si fa per renderli felici.