sabato 6 settembre 2014

Il mondo del lavoro

Sono sicuramente l'ultima persona che può parlare del mondo del lavoro visto che le mie esperienze lavorative sono così esigue che in confronto Belén Rodríguez è una gran lavoratrice. Però vorrei dire la mia.
Si sa, in Italia la burocrazia è così arzigogolata e complessa che fa perdere moltissimo tempo inutilmente e anche il mondo del lavoro ne soffre molto. Ai datori di lavoro, ormai, quasi non conviene più assumere. Assumere significa avere un commercialista, assumere significa spendere un sacco di soldi in tasse, assumere significa che una volta che hai assunto una persona e questa si dimostra inetta non puoi più disfartene.

Quindi che cosa fanno i datori di lavoro? Assumono in nero. E non puoi farci niente. Non hai nessuna certezza, un giorno lavori l'altro boh e non sai nemmeno quanto ti pagano.

Poi ci sono anche quei posti di lavoro onesti che ti fanno il contratto, di merda ovviamente, però almeno ti pagano i contributi. È già qualcosa, no? 
Purtroppo anche qui non è tutto rose e fiori. Finito il mese aspetti il tuo stipendio e no, devi aspettare che si ricordino di pagarti. E gli extra? Ma di preciso quanto ti danno? Non si sa, mistero, segreto come la ricetta della Coca-Cola.

Ormai il "non pagare" è diventata una disciplina nazionale. Perché se voglio una maglietta devo pagare subito mentre se io lavoro "ah sì, tra qualche giorno di paghiamo". Perché? Tra l'altro pare pure brutto chiedergli i soldi, che volgarità parlare di denaro.

Io, ripeto, sono agli inizi, ma sono già stanco. Non dovremmo nemmeno accettarlo. Io non voglio passare la mia vita a inseguire i creditori. 

Non è possibile vivere così.

lunedì 18 agosto 2014

I campeggi pullulano di animatori!

Sabato fuga dalla città. Siamo andati a comprare una tenda da Decathlon perché la mia, o meglio quella di mia sorella, proprio non riuscivo a trovarla. Ho cercato ovunque ma niente.
Comprata la tenda partiamo alla volta di Anzio e andiamo al campeggio di Parco della Gallinara.

Non ero mai stato in un campeggio, ci volevo troppo andare. Mi sa proprio di una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita. Dormire fuori casa all'aria aperta e cercare di arrangiarsi senza tutte le comodità della vita moderna. E invece no.

Forse ho letto una volta di troppo le storie delle Giovani marmotte sul Topolino, ma ero convinto che campeggiare significasse abbracciare la natura, vivere la natura e dimenticarsi della città. Niente di tutto questo. Campeggiare oggi, per lo meno in Italia, significa andare in un villaggio pieno di animatori, piscine, ristoranti, mercati. Anche i campeggiatori non sono sprovveduti, ho visto antenne paraboliche, cucinotti, camper super accessoriati.
MA ALLORA CHE RAZZA DI CAMPEGGIO È?!

Se vi portate tutte le comodità della città, chi volete prendere in giro con la storia della vita in mezzo alla natura? Tra l'altro gli animatori li odio, sono come la peste e pure in campeggio me li devo trovare? Io boh.

Il prossimo campeggio lo faccio nel salone di casa mia.

martedì 29 luglio 2014

Banale

Crescendo ho imparato che le persone sono molto prevedibili. Anzi peggio, banali.
Quante volte avete ascoltato gli stessi discorsi triti e ritriti? Discorsi sul tempo come se ognuno fosse un presentatore di programma meteorologico.
Non sai di che cosa parlare? Parla del meteo.
Vuoi fare successo? Fa' qualcosa di banale ma allo stesso tempo sempre in voga.

Perché essere originali, allora? Vi faccio un esempio, io questo blog lo sto usando un po' a caso. Non c'è un argomento specifico, e non vuol dire che non ci sarà mai, forse un giorno, ma al momento è molto arrabattato. Se volessi guadagnare miliardi di visualizzazioni non dovrei far altro che scrivere qualche tutorial o barzellette e sarei a cavallo. E state tranquilli non c'è nemmeno bisogno di esserne in grado, basta copiare.

Quindi ripeto: perché essere originali

È una tendenza che è sempre esistita, sia chiaro, ma ultimamente è sempre più predominante nella Rete. La condivisione di contenuti, grazie alle reti sociali, è diventata sempre più facile. C'è chi anche solo condividendo i contenuti di qualcun altro può aspirare alla fama. Però anche chi crea questi contenuti non si spreme più di tanto le meningi. 
Solo le stupidaggini hanno successo e questo lo trovo molto triste.

Vuoi rendere virale un contenuto. Semplice. Parla di qualcosa generico tipo "Condividi se anche tu da piccolo odiavi la scuola" e BOM hai conquistato il tuo pubblico.

Io non ci sto.

Condividi su Facebook e Twitter e seguimi se anche tu respiri!1!11

mercoledì 23 luglio 2014

Mai Così Vicini

Mi ha trascinato al cinema con l'inganno "stasera ci sono i film in promozione a 3€" e io non me lo sono fatto ripetere due volte, e nemmeno tre.
Andiamo al The Space Leonardo e scopriamo che i film in saldo sono solo due di cui uno, Maleficient, lo avevamo già visto e quindi niente ho pronunciato le parole che non bisognerebbe mai pronunciare in presenza di un barbiere o davanti una scelta di un film "fai te".

Mai Così Vicini. Sì, ha scelto questo film.
Prima di continuare mi piacerebbe fare una premessa, io di cinema zero. In senso, mi piacciono i film ma guardo esclusivamente quelli che piacciono a me e me ne sbatto di registi, attori o tutta-quella-gente-famosa-che-bisogna-conoscere.
"Dai c'è Michael Duglas!"
"Chi?"
"Duglas! Ha fatto un sacco di film. E c'è pure Diane Keaton!"
"Chi?"
Entriamo in sala. Inizio noioso, un vecchio che cerca di vendere una casa poi spara un cane con la vernice perché fa i bisognini nel suo giardino poi fa l'acido con i suoi condomini poi arriva il figlio che gli porta una bambina dicendo che è sua figlia e che lui deve andare in carcere quindi se può vivere con lui poi il vecchio fa tanto io no non la voglio poi la vicina di casa si incarica della bambina poi il vecchio scopa con la vecchia poi diventano una famiglia felice poi fanno uscire di prigione il figlio del vecchio a suon di bigliettoni e azioni legali poi fine. Potete respirare adesso.

Persino questa foto è noiosa. Dio quant'è noiosa.
DIO CHE ROTTURA DI PALLE! MA A CHI CAVOLO PIACCIONO QUESTI FILM? Ah già al mio ragazzo.

Cosa non si fa per renderli felici.

martedì 15 luglio 2014

#DeAPParty: com'è andata

Vi ricordate del #DeAPParty a cui ho partecipato qualche settimana fa? No? Allora cliccate qui.

Prima di tutto vi spiego cos'è scomponendo l'hashtag dell'evento:  
De sta per De Agostini.
APP per le nuove applicazioni Camilla Store e Style Bus.  
Party perché fare delle noiose campagne pubblicitarie quando ci si può divertire? E anche mangiare, che fame!
In poche parole il #DeAPParty è stato un evento carino organizzato da De Agostini per presentare un nuovo programma televisivo Do You Bijoux e le app Camilla Store e Style Bus che si possono scaricare su AppStore e Google Play.

Ok, adesso cerchiamo di strutturare un po' questo articolo. Allora, per prima cosa il posto. Cioè il Lanificio 159 è sicuramente un posto troppo figo. Io nonostante viva qui a Roma da una vita non ci sono mai stato. Il terrazzo che si affacciava sul fiume dava sicuramente un atmosfera molto chic all'evento. Hanno scelto un bel posto, ecco.

 
All'interno c'erano diverse attività come l'angolo trucchi oppure la sezione con i tablet per provare le applicazioni. Io e il mio amico di mille avventure Marco ci siamo divertiti a cercare l'abbigliamento perfetto (outfit come dice Enzo Miccio) con l'app Style Bus.

Invece in Camilla Store bisogna vestire la modella secondo lo stile proposto dal gioco con i vestiti disegnati dalla presentatrice Fiore Manni. Io ci ho provato a giocare ma perdevo sempre, boh. Mi dimenticavo sempre di cambiare il cappello alla modella. Se mai doveste giocarci RICORDATEVI IL CAPPELLO!
Ma comunque si sa che io di moda zero, però magari a furia di usarla imparavo qualcosa. Chissà!


Che altro? Ah, la presentazione di Do You Bijoux. Un nuovo programma dove la conduttrice Elena Buttarelli insegna alle ragazze come creare gioielli e accessori. Secondo me questo programma andrà tanto visto il rinnovato interesse del fai-da-te. A chi non piacerebbe andare in giro con una collana e alla domanda "dove lo hai comprato? È bellissimo!" rispondere con noncuranza "l'ho fatto io. Tzé!".

La parte che più mi è piaciuta di tutto l'evento: l'area selfie. Io metterei aree selfie ovunque negli aeroporti, nelle stazioni, al bar. OVUNQUE!
Tra l'altro la fotografa ci ha scattato alcune foto con la polaroid, non pensavo esistessero ancora! 

I cappellini sono troppo swag.
Infine, durante il discorso finale il direttore di DeA Kids Massimo Bruno ha snocciolato un po' di numeri che io non mi sono segnato da nessuna parte perché ero impegnato ad assaltare il buffet. Scusate.
Però niente ha detto una frase che mi ha fatto molto riflettere "i nostri programmi televisivi sono molto seguiti dal pubblico femminile e anche da quello maschile". 

Il tema del ruolo di genere, per chi mi segue, mi è molto caro. Ovvero i giocattoli sono per tutti, non esistono giocattoli per bambine o bambini. Da un mio punto di vista se De Agostini, dovesse mai interessarsi alla mio opinione, direi di puntare molto su questo. 

Sarebbe bello se anche i bambini maschi potessero partecipare a programmi come Camilla Store o Do You Bijoux. In fondo che male c'è?

Selfie con Fiore Manni, conduttrice di Camilla Store. Carina lei.

mercoledì 9 luglio 2014

La valigia

Ed eccomi qui seduto sul letto con solo le mutande addosso tra l'altro bucate perché non so se sapete ma ho un folletto nel cassetto della biancheria che si diverte a bucarmi le mutande ma questa è un altra storia. (ho finalmente messo il punto potete respirare).

Niente, io qui sul letto che scrivo perché si sa che ogni volta che devo fare qualcosa mi ritrovo sempre a procrastinare. Devo preparare la valigia e lo sbatti is all over the air.
Partenza improvvisa, lunedì il mio ragazzo mi dice che ha fatto cambio con una sua collega e va in ferie in questa settimana e ne vuole approfittare per andare a Malta a trovare delle sue amiche. Quindi niente lo accompagno; qualcuno deve pur fare questo INGRATO lavoro.

Viaggiare mi piace un sacco, ma preparare la valigia no. Proprio no. Sembra una cosa semplice, prendi i vestiti dall'armadio e li schiaffi dentro e invece no. Bisogna per prima cosa fare una selezione accurata dei vestiti controllando come minimo venti volte meteo.it per sapere se farà caldo, pioverà, freddo polare, ecc.

Apri l'armadio, ti fai prendere dallo sconforto e ti ributti sul letto.
Secondo tentativo apri l'armadio, scegli due magliette e vai su meteo.it.
Ma forse mi devo portare un secondo paio di scarpe. No. Sì. Ma non ci entreranno mai. Sì ci entrano. No, dai a che servono. Ma le ciabatte?
ODDIO LE MUTANDE!
Mi sono dimenticato qualcosa? Ah lo spazzolino.
Il bagnoschiuma non posso portarlo perché sono povero e quindi viaggio con EasyJet e non me lo fanno passare ai controlli.
Chissà che tempo farà a Malta andiamo su meteo.it.

Non ci entra tutto *googla come far entrare tutto in una valigia*

mercoledì 25 giugno 2014

#DeAPParty

Un giorno ti svegli e ti contattano sulla pagina Facebook de La Tana dell'Orsetto (se non avete ancora messo Mi piace MA CRISTO FATELO) dove ti invitano a una festa della De Agostini per promuovere alcune nuove app per i loro canali satellitari.

Io ci vado perché a me piacciono tanto queste cose e magari ho avrò anche l'opportunità di conoscere altri personaggi del web e spararmi tanti tanti selfie. Devo ammettere, però, che io di cartoni per bambine so molto poco quindi spero di non fare nessuna gaffe.

Alle brutte starò buono in un angolino mentre mi faccio fare le unghie.
 

Seguitemi su Twitter con l'hashtag #DeAPParty per vedere tutto in tempo reale prima degli altri!

domenica 15 giugno 2014

A cosa serve Google+?

Google, come avrete notato, negli ultimi mesi ci ha praticamente minacciato a iscriverci al suo social network. Della serie "o ti iscrivi o ti bruciamo casa. E NOI SAPPIAMO DOVE ABITI!".
Per quieto vivere molti, fra cui il sottoscritto, si sono iscritti. Sai, alla fine hanno reso anche facile l'iscrizione, bastava dire gugleplass e automaticamente si creava un tuo profilo. 

Adesso vi faccio una domanda e spero che mi rispondiate sinceramente. Ma voi...sì voi...Google +, cioè, ogni tanto, così tanto per...lo usate? 

Non conosco nessuno -NESSUNO- che lo utilizzi tutti i giorni. È una rete sociale morta ancor prima di nascere. Non bisogna essere degli analisti o degli esperti del settore per capire che il motivo per cui Google+ non ha sfondato è molto semplice: è troppo generico.

Facebook serve per gli amici e i parenti impiccioni, Twitter per commentare The Voice, LinkedIn per rimorchiare i colleghi e Instagram per far venire un'autostima da paura agli scaldabagni a motore. Invece Google+? 
Che verso fa? Non c'è nessuno che lo sa.



Quindi Google, cara Google, se mi leggi ti consiglio di rendere la tua rete sociale un po' più di nicchia. Non si può sempre fare tutto, suvvia. 
Che ne so, rendi Google+ un luogo adatto per parlare di modAH NO c'è già Pinterest. Mi disp.


sabato 14 giugno 2014

Rimedi contro il caldo

Ci siamo lamentati per tutto l'inverno del freddo, adesso per par condicio siamo moralmente obbligati a lagnarci del caldo. OVVIAMENTE.
Nemmeno una settimana fa Studio Aperto ha decretato l'inizio della stagione estiva con l'utile servizio sulle precauzioni da prendere per combattere il caldo.

Io, non volendo essere da meno, ho deciso di rendere un servizio alla comunità unendomi al movimento combattiamo-il-caldo-mettendo-la-testa-sotto-la-fontanella girando un Vine esplicativo.



Ricordatevi di bere tanto e di lamentarvi del caldo ancora di più!

BUON CALDO!

venerdì 6 giugno 2014

Pride

Con l'arrivo del Gay Pride romano fioccano gli articoli al riguardo e La Tana dell'Orsetto non è da meno.
Io l'anno scorso ho partecipato alla mia prima giornata dell'orgoglio omosessuale e domani sarà la mia seconda volta. Domani è una sorta di anniversario per me!

Cosa ne penso? Beh, è importante scendere in piazza per difendere non tanto le proprie idee ma i propri diritti e dire al mondo "io esisto". Si può fare molto anche da casa grazie a tutti i media che abbiamo a disposizione, certo, però penso che anche scendere in strada sia molto importante.

Sinceramente, poco mi curo di quelli che si lamentano di questa giornata, siamo in una democrazia ognuno è libero di fare, dire e partecipare a quello che vuole. Non parteciperete? Non vi piace? Pensate che sia inutile? I diritti si chiedono in ben altri mondi anche se non specificate mai bene come
Pace. Me ne farò una ragione, adesso scusatemi ma devo andare a manifestare per i miei diritti.


Domani incontrerò tantissimi amici e mi sparerò un sacco di selfie. Se volete partecipare virtualmente con me o se pure voi sarete presenti domani (NdA 7 giugno) alla parata seguitemi su Twitter @pierpaio

SII ORGOGLIOSO DI TE STESSO. SEMPRE!

mercoledì 28 maggio 2014

Le lettere di Ex

L'avevo ignorato per tanto tempo, oggi ho deciso di aprirlo. 

Poco fa ho riaperto un album fotografico che mi aveva regalato il mio ex. Non lo aprivo veramente da tanto, da forse più di un anno.
Nelle foto ci siamo noi due che ci abbracciamo, al mare, in montagna e principalmente foto sue perché è sempre stato un egocentrico assurdo. Poi ci sono io senza barba che faccio tanto ridere, ma andiamo avanti.

Quello che veramente mi ha sorpreso è stato ritrovare delle vecchie lettere che mi aveva spedito quando ancora vivevamo lontani, in due nazioni diverse. Il fatto che ancora conservi queste lettere, per molti, sicuramente significherà che sono ancora attaccato a lui e perciò le lettere mi avranno sicuramente fatto male e invece...
Invece no. Più le leggevo e più mi sono reso conto di quanto quella persona non facesse proprio per me. Siamo stati insieme tre anni solo perché mi ero incaponito e ho voluto a tutti i costi rimanere con lui sebbene notassi che eravamo troppo diversi e c'erano troppi conflitti tra di noi. Anche perché ormai era entrato di prepotenza nella mia vita. Conosceva i miei amici e i miei genitori e i miei parenti. Mi sono ritrovato più di una volta a pensare che se ci fossimo lasciati sarebbe stata una gran rottura di scatole dirlo a tutti. Sono stato sempre una persona molto pragmatica, non mi giudicate maledetti.

Le sue lettere erano eccessivamente sdolcinate e vuote. Esatto, vuote penso che sia l'aggettivo che meglio identifica le lettere e quello che ho provato nel leggerle: vuoto.
Lettere piene di "te amo" "te quiero" "has cambiado mi vida por completo". Non era certo uno scrittore di romanzi e si notava (era anche abbastanza ignorante, se vogliamo mettere i puntini sulle "i"), però mentre le stavo rileggendo questa sera notavo quanto fosse diventata una consuetudine scriverci e dirci "ti amo". Non metto in dubbio i suoi sentimenti, anzi. All'inizio, soprattutto lui, era totalmente preso da me! Mi voleva addirittura sposare, avevo solo diciott'anni e lui circa ventuno

Non ho sentito niente proprio perché io sono cambiato. Non sono più il Pierpaolo del 2010 che era all'inizio di una delle sue prime relazioni sentimentali. Sono cambiato e questa relazione ha contribuito notevolmente a farmi cambiare il mondo in cui guardo il mondo. In meglio, adesso so che cosa voglio. Lo so.

Ho passato così tanti momenti con lui che non posso odiarlo. È facile dire "quello stronzo del mio ex" come fanno tutti. Io non lo odio, le cose non sono andate come volevamo e abbiamo finito per litigare per ogni cosa, però all'inizio abbiamo passato dei bei momenti. Quindi forse è per questo che tuttora conservo l'album con le lettere. Il giorno che me ne libererò sarà perché ormai non significheranno più niente per me, un po' come un libro del liceo o un vecchio pupazzo. 

Nel frattempo ho avuto un'altra relazione, ma non è stata così importante come questa. Ho già voltato pagina da tempo, tranquilli non ho avuto nessun ripensamento questa sera. 

Chissà che cosa mi riserva il futuro.


venerdì 23 maggio 2014

Quando il mondo virtuale si incontra nel mondo reale

Come molti dei miei lettori sapranno, sono ossessionato da Twitter.

Non so bene com'è successo. Mi sono iscritto per suggerimento di ex e ho mollato. Sì, ho mollato anche ex. Ho ripeso Twitter per prendere in giro Papa Benedetto XVI e ho smesso, anche lui ha chiuso col pontificato. Poi verso l'estate ho incominciato a tuittare a manetta e fino ai giorni nostri.
Tramite questa rete sociale così particolare ho conosciuto tante di quelle persone che praticamente ho più vita sociale di prima e anche prima stavo sempre fuori casa. Quindi per tutti quelli "se stai sempre su Twitter come fai ad avere una vita sociale" FOTTETEVI.

Vi ricordate Virtual Yui? Adoravo quel cartone
Ultimamente ho conosciuto un sacco di ragazze e ragazzi conosciuti su Twitter il più delle volte per strada o per locali. Io sono a favore di questo nuovo modo di conoscere le persone, anche se è ancora considerato molto da sfigati

- Come lo hai conosciuto?
- Emh, amici in comune!
- I suggerimenti di amicizia di Facebook non valgono.
- Ah.

Io non penso che sia da disagiati, anzi! È solo uno strumento in più. Per questo, vorrei condividere con voi che cosa ne penso di questo modo di conoscere le persone 2.0.

Per prima cosa riconoscere le persone. Certo, il popolo della Rete si ammazza di autoscatti o fauti, come li chiamo io, ma pecca di un uso smodato di filtri. La delusione da pensavo-fossi-diversa/o è SEMPRE dietro l'angolo.
Io, poi, sono così biondo e smemorato che non riesco MAI riconoscere le persone tramite la foto profilo. 

- Ma tu sei Pierpaolo di Twitter?
- Sì esatto! E tu invece?
- Sono *nome utente impronunciabile perché voi scegliere nomi normali mai*! 
- Aaaah sì... 

E poi passo la serata a chiedermi a chi minchia ho stretto la mano. 

Seconda cosa, notare le differenze tra personalità virtuale e personalità reale. Attraverso una maschera come Internet, protetti dal proprio computer, le persone si sentono più a loro agio di esprimere la loro personalità. I timidi diventano spavaldi e gli spavaldi mostrano il loro cuore tenero. Dal vivo, ovviamente, tutto cambia. Scopri che quella persona che credevi un pallone gonfiato invece non lo è per niente, anzi. 

Ci dovrebbero fare uno studio sociologico, non trovate?

Io vorrei tanto sapere che cosa ne pensa la gente di me dopo avermi conosciuto dal vivo e di quelli che invece mi hanno conosciuto solo sulla Rete.


sabato 17 maggio 2014

#èOra

Oggi è la giornata internazionale contro l'omofobia.

Condividete questo video creato da La Voce del Gattopardo un'altro mio collega blogger. Se cliccate sul link potrete avere maggiori informazioni.




#èOra di dire basta all'omofobia.

martedì 13 maggio 2014

#SalvaLaBarba

La Tana dell'Orsetto e Centochilidicaos uniti nella campagna #SalvaLaBarba.
                            

Perché? Perché sì. C'è poco da aggiungere, un uomo con la barba sta molto bene. Certo, deve anche essere curata! Mostra il tuo sostegno condividendo il post e tuittando con l'hashtag #SalvaLaBarba, allegando un vostro selfie. Anche su IG! 

                                                                 DITE NO AL RASOIO!

lunedì 12 maggio 2014

La posta dell'Orsetto

Da oggi do via a una nuova rubrica. Volete leggere una vostra lettera scritta su qualche problema che affligge il mondo ne La Tana dell'Orsetto? Contattami su orsobeone@gmail.com o tramite le altre reti sociali.

Iniziamo con la lettera del mio caro amico blogger Centochilidicaos.

Un applauso!




Cara tana dell'orsetto,

ti scrivo per porre alla tua attenzione un problema che non mi fa dormire la notte e che mi sta angosciando parecchio.

Recentemente ho notato parecchi omosessuali che stanno ricominciando a girare senza barba, quasi affetti da una forma virale di pogonofobia .


Avverto una stanchezza generale nei confronti di quella che ormai viene considerata una moda dilagante ed è noto che gli omosessuali, che sono una categoria ingrata capace di dimenticare tutto e tutti pur di passare ad un nuovo look e ad una nuova immagine.

Ma io mi chiedo come si possano voltare le spalle alle barbe, dopo quello che le barbe hanno fatto per noi? Come negare che stiamo tutti meglio con la barba? Come non essere consapevoli del fatto che certi amori sono nati proprio grazie alla barba?

Caro Orsetto, prova a pensare alle innumerevoli tragedie umane che si consumerebbero qualora questa voglia di radersi dovesse attecchire. Tutti quelli che si sono fidanzati con un bel barbuto in questi ultimi anni che in questi giorni si ritroverebbero a scoprire che sotto quella confortevole maschera tricologica si cela in realtà un mostro senza mento o mascelle. Chi li conforterà per lo sdegno di doversi coricare la notte con quello sgradito sconosciuto all quale sono malgrado affezionati.

Dal canto mio, dico no ad un mondo senza barba ed invoco il buon senso di ciascuno di noi di mettere giù quel rasoio e per sensibilizzare tutta la comunità su questo problema che mi affligge, propongo di sottoscrivere un appello alle Spice Girls, che tanto sono sensibili ai problemi dei gay.

Presto si esibiranno in un lungo tour Reunion a Las Vegas al quale non parteciperà Victoria Beckham. Beh, io pensavo di scrivere a Baby, Scary, Ginger e Sporty per proporre loro di colmare il quintetto con Beardy Spice, che tanto Posh era una cagna stonata.

Caro Orsetto, ti prego di prendere a cuore questa mia richiesta, perché piuttosto che essere costretto a radermi, io prendo la lametta per tagliarmi le vene.

Sinceramente tuoi

Centochilidicaos



Caro Centochilidicaos,

mi sono interrogato a lungo sul questo problema di natura tricologica. Come ho scritto qualche post fa, io mi sono ritrovato ad avere la barba dopo una brutta scottatura, notando che ci stavo bene ho deciso di tenerla. Però non sono stato l'unico e dubito che si siano tutti bruciati. È solo una moda? Oppure un cambio dei costumi degli italiani? Non so. Certamente adesso anche le donne ce la invidiano, vedi Conchita Wurst.

Saluti
Orsetto

domenica 11 maggio 2014

Eurovision Song Contest

Mi chiedo perché l'Italia non abbia partecipato per così tanti anni all'Eurofestival. È semplicemente un evento meraviglioso!
Io mi auguro sinceramente che lo abbiate visto tutti ieri sera (NdA sabato 10 maggio). Alla fine, come c'era da aspettarselo, ha vinto l'Austria con Conchita Wurst. Per chi non lo sapesse, in spagnolo sudamericano la parola concha significa sia conchiglia che vagina e wurst si capisce anche in Italiano che cosa significa. 


Sono felice che abbia vinto lei, la canzone è bella, la scenografia usata fantastica e, molti dicono che ha vinto grazie alla barba, beh non è vero. Ha vinto perché è brava, dovete riconoscerlo, però sicuramente la barba l'ha resa riconoscibile da tutti. Un po' come la bombetta simboleggiava Charlie Chaplin o il mantello Superman (non mi chiedete come mi sono venuti in mente questi esempi). 
Sicuramente ha sdoganato la drag barbuta sempre piaciuta, chissà che cosa ne pensano le drag professioniste.



Tra l'altro la sua vittoria ha rappresentato anche una "vittoria" se così vogliamo metterla per la comunità LGBT. Però sia chiaro, si tratta sempre di un concorso musicale, fa piacere vedere che esistano così tanti Paesi in Europa pronti a sostenere i diritti della comunità, ma non penso che la sua vittoria possa fare la differenza. Ma potrei sbagliarmi, eh.

Per il resto io durante la serata di ieri che l'ho passata con il computer in mano tuittando a manetta nella vana speranza di vedere uno dei miei cinguettii pubblicati (ho visto certi tweet osceni, insomma prossimo anno o cambiano persone che si occupano della parte sociale o LI DISINTEGRO). Dicevo, io ho passato la serata di ieri a tifare per Emma e per le Donatan & Cleo, il gruppo Polacco.

Emma perché sinceramente perché ha portato una bella canzone e chiaramente per amor patriottico, che a quanto pare sono uno dei pochi ad avere ancora. Gli insulti e le critiche rivolte a Emma mi hanno lasciato senza parole. Cavolo è un concorso, non dico che dovete amarla alla follia ma almeno sostenere il vostro Paese. Tutto qui.

E il gruppo polacco perché era semplicemente meraviglioso. Ma avete visto come fanno il burro? 

giovedì 8 maggio 2014

Come scrivere un buon tweet

Sono finito a usare Twitter, un po' me ne vergogno, per leggere i cinguettii di Papa Benedetto XVI, conosciuto anche come paparazzi. Mi faceva troppo ridere il pensiero che un Papa usasse Twitter. Poi ho smesso. Dopo quasi un anno ho ricominciato perché su Real Time non parlavano altro che di questa rete sociale.
Col tempo ho imparato ad apprezzare, se non amare, Twitter.

Ho scoperto che non sono stato l'unico, che dopo un primo utilizzo, ha detto: "MA COME FUNZIONA?". Twitter è particolare, non è Facebook dove ti suggerisce di aggiungere tutti i tuoi amici per avere subito un sacco di notifiche. Prima di poter sfruttare al meglio Twitter, bisogna faticare!

Non vi arrendete alle prime difficoltà!

Vi prometto che faticherete un po' di meno se seguirete queste semplici indicazioni su come scrivere un buon tweet. Incominciamo.

  • Non usare mille hashtag. Ho detto di non usarli, VI HO VISTO! Gli hashtag servono a collegare il vostro tweet a un particolare argomento. Sono molto utili per commentare un programma televisivo o un fatto del giorno. Ai primi utilizzi tutti abbiamo fatto l'errore di scrivere un tweet tipo:
"#Ciao amici! Mi sono appena iscritto su #Twitter! Mi dite come funziona?! #misentocosìbiondoadessocomedevofare #aiuto"
          Fate solo la figura dei coglioni.


  • L'ortografia. Un refuso può sempre scappare, se avete scritto male un tweet, cancellatelo. No, non si può modificare. Siete su Twitter, non su Facebook e gli anni '90 sono passati, non usate le abbreviazioni. Mai! No, nemmeno "cmq". 
  • Scrivete cose interessanti. Twitter è un posto ludico, si prende tutto molto alla leggera. Potete anche scrivere "Oggi ho mangiato la carbonara", ma almeno rendete il tweet più simpatico aggiungendo qualcos'altro. Tipo: "Oggi ho mangiato la carbonara. Ciao, prova costume, ciao". 
  • La punteggiatura. Avendo a disposizione solo 140 caratteri, la punteggiatura è tutto. Bisogna essere brachilogici ed epigrammatici. Le virgole e i punti possono dare il giusto ritmo al vostro discorso. Tipo: "Oggi ho mangiato la carbonara ciao prova costume ciao". Il messaggio è identico al precedente, ma non ha lo stesso impatto.
Spero che questi punti vi aiutino a superare le difficoltà iniziali con questa rete sociale così innovativa. 

P.S: Richiedere il follow back è da poracci. Mica siamo su Facebook.

lunedì 5 maggio 2014

Dimmi la tua altezza

Tutto è iniziato con un innocuo tweet:


Non lo avessi mai fatto. Ho letteralmente scatenato IL CAOS.
Ho ricevuto quasi 400 notifiche in meno di un'ora. Ho persino perso delle menzioni, è stato assurdo!

Visto che il tema dell'altezza sembra interessare tutti, ho deciso di raccogliere tutti i dati che mi avete dato e di crearci un grafico. Mi sono sentito così statista biondo!

Ecco a voi i risultati:



E tu? Quanto sei alta o alto? Inseriscilo nel grafico clicca qui.

sabato 3 maggio 2014

Autostima

L'autostima non deve essere né troppa né poca, q.b.
Nel mondo ci sono palloni gonfiati che pensano di essere delle divinità scese e in Terra e poi i palloni sgonfiati. Tra questi ci sono anch'io.

Seriamente, non sto scrivendo quest'articolo per riceve mille "Ma noo, sei carino come puoi avere l'autostima bassa", anche perché non sono bravo ad accettare complimenti, anzi mi mettono a disagio. Lo faccio per documentare un particolare aspetto della mia vita e magari dare man forte a qualcun altro che si trova nella mia stessa situazione. Una sorta di aiuto tra pari, tipo gli alcolisti anonimi. Ci potremmo chiamare i S.A., i Senza Autostima.

Ritorniamo a bomba. Stimarsi è importante per un semplice motivo: essere a nostro agio non può dipendere dal parere degli altri. Non è possibile che una persona vi dica "sei brutto", "ti vesti male" o altro per far crollare le nostre certezze, anche perché, diciamocelo, non è che pensiamo molto prima di parlare. Nessuno, nessuno di noi pensa che le parole possano ferire. E anche, perché non tutti sono psicologi e possono sapere quali argomenti è meglio evitare. 
L'unico modo per sopravvivere è essere i primi a ridere di sé stessi. Prendetevi in giro. Lo so, sono molto ipocrita in questo momento, come posso suggerirvi qualcosa se io a stento riesco a metterlo in atto? Ripeto, l'intento di questo articolo è quello di aiutare me stesso, prima ancora di aiutare gli altri. È un po' come se me lo ripetessi per me stesso.

Ridi di te stesso, ridi di te stesso, ridi di te stesso, ridi di te stesso...

Quello che mi ha portato a essere così è sicuramente da ricercare nella mia infanzia. Da piccolo ero bello cicciottello, avevo una vocina flebile e passavo le giornate da solo a casa, perché vivevo in periferia.
La natura è stata clemente con me. La pubertà mi ha cambiato totalmente, sono diventato alto e ADDIO GRASSO ADDOMINALE!
La voce da bianca è andata via, sostituita da una molto più grave. Certo, se mia sorella non mi avesse preso tanto in giro nel periodo del cambiamento di voce, magari, ma dico magari, non avrei parlato sottovoce per anni per non farmi sentire dagli altri perché mi vergognavo della mia nuova voce.

Adesso? Adesso, diciamo che i problemi restano, però li so gestire meglio. Anche se il mio vero problema è che li nascondo agli altri e poi da solo soffro. 

Nella speranza di sconfiggere tutte queste turbe psichiche da rivista Cioè, continuerò a fingere che tutto va bene e sorriderò.

Carini e coccolosi, ragazzi. Carini e coccolosi.

Carini e coccolosi, carini e coccolosi.

mercoledì 30 aprile 2014

10 anni di Mean Girls

Non lo nascondo Mean Girls è sicuramente uno dei film che più amo. Sinceramente non ho nemmeno mai capito il perché, non è eccelso, non ha una fotografia fantastica eppure per molti hanno è stato un punto di riferimento per molte generazioni.

Oggi, mercoledì, ci si vestirà di rosa per festeggiare questo importante anniversario, sebbene la prima proiezione del film è avvenuta in California il 19 aprile 2004.
Perché di rosa?
No, io non ce la posso fare con le persone che non hanno mai visto Mean Girls. MA CHE DIAMINE DI FILM GUARDATE?!


Mi raccomando, oggi tutti in rosa! Ricordatevi di scattarvi un autoscatto e tuittare con l'hashtag #MeanGirls10thAnniversary oppure #MercoledìRosa.




domenica 27 aprile 2014

Una storia barbosa

Avere la barba oggi è un po' come avere i tatuaggi. Ormai chi non ha un tatuaggio è il più trasgri di tutti.
Infatti, in molti, stanno tornando a sbarbarsi o peggio a lasciarsi solo i baffi per urlare al mondo IO NON SEGUO LA MODA. Illusi.

Anche non seguire una moda è una moda. 


Vorrei parlarvi di come ho deciso, precisamente un anno fa di farmi crescere la barba. Dite che devo festeggiare? Magari gli regalo un balsamo.

L'anno scorso sono andato a sciare a Ovindoli con degli amici. Premessa, dovete sapere che ho una pelle delicatissima, ogni anno quando vado in vacanza al mare mi prendono tutti in giro perché uso la protezione 50. Me tapino.
Dicevamo, ero in montagna con gli amici e... niente mi sono ustionato. Nonostante le nuvole, il sole picchiava e io non avevo la crema solare.
Ero diventato rosso come un pomodoro. Un pomodoro parlante.

Rosso ovunque, ma un velo di barba mi aveva protetto una parte del volto. Avete presente la bandiera della Polonia? Uguale.
Poiché il danno era fatto, radermi era fuori discussione e anche doloroso, ho deciso di farmela crescere.
Senza saperlo, anch'io in un modo o nell'altro, sono finito a far parte di questa moda dell'uomo peloso.

Nella foto potete ancora notare un leggero arrossamento:



Da quel giorno sono diventato magicamente un orsetto. Ah, quello che può fare un po' di peluria!

mercoledì 23 aprile 2014

Sei romano se...

Per chi non mi conoscesse, sono nato in Lombardia da genitori calabresi e veneti e vivo, da ormai dodici anni, a Roma. Ho passato metà della mia vita, praticamente tutta la mia infanzia, al nord e, invece, la mia adolescenza in centro Italia. Ogni estate, da quando sono nato, sono sempre andato a trascorrere le vacanze in Calabria. Questa mia particolare situazione ha fatto sì che io non mi riconosca né lombardo, né veneto, né calabrese e nemmeno laziale. 
Non ho radici. 
Quando mi chiedono di dove sono rispondo: italiano

Dicevamo, vivo da anni qui a Roma, eppure non mi sento affatto romano. Mi sento come un osservatore esterno, sono un casco blu. Vorrei condividere quello che ho notato in tutti questi anni di ricerca sul campo.


  • La pizza bassa. Avete mai mangiato una pizza romana? No? Bene NON LO FATE PER NESSUN MOTIVO AL MONDO! A Roma, per qualche strana ragione, mangiano una pizza molto molto molto bassa. Tipo un cracker. Ci ho provato tante volte a dir loro che quella non è una pizza, ma loro niente mi rispondono sempre "la pizza romana è bella scrocchiarella. Quella napoletana non la digerisco". Contenti loro. 
  • L'automobile. I romani hanno uno strano rapporto con questo mezzo di locomozione. In realtà, un po' in tutta Italia, ma qui si parla di romani quindi MUTI. I romani non posseggono un'auto, la amano. Non riescono proprio a farne a meno. Un po' li capisco. L'ATAC, l'azienda capitolina di trasporto pubblico, fa schifo. Conosco romani che non vanno mai in centro proprio perché non possono arrivarci in auto e organizzano le loro uscite con gli amici solo se si trova parcheggio. Praticamente a volte si passa metà della serata alla disperata ricerca di un parcheggio, mentre chi si è recato con i mezzi è già lì da un'ora. E questo ci porta al prossimo punto.
  • La puntualità. I romani non sono puntuali e io, ormai, mi sono adattato a loro. Si dimenticano sempre che Roma è una delle città più trafficate d'Italia e puntualmente si dimenticano che prima di poter arrivare a destinazione devono superare una selva di automobili tutte guidate da un unico conducente. Arrivati devono trovare parcheggio. Insomma, si finisce sempre per aspettare per ore.
  • I linguisti. Per qualche strana ragione, i romani pensano di essere i detentori della lingua di Dante. Appena giunto qui, avevo un accento tipicamente settentrionale, avevo dieci anni e i  miei genitori mi iscrissero alle medie. I bambini sanno essere crudeli, ma i bambini romani che si credono linguisti, ancora di più! "Non si dice calorifero si chiama termosifone!" e poi loro tranquillamente dicono "borZa". Valli a capire.


Questa era la mia lista basata, come potete ben vedere, dalle mie esperienze personali. Voi vivete a Roma oppure come me vi siete trasferiti? Che cosa aggiungereste a questa lista?

venerdì 18 aprile 2014

MSN messenger

Vi ricordate i bei tempi di MSN? Se non ve li ricordate, abbandonate subito questo blog perché odio i mocciosi, mi fanno sentire vecchio e hanno sempre le mani appiccicose.

Dall'avvento di Internet sono nati tanti programmi di messaggistica istantanea, come IRC, ICQ e Yahoo, ma secondo me MSN è quello che ha avuto più successo, per lo meno in Italia.
Per me ha rappresentato il primo approccio "sociale" con la Rete, prima di MSN la usavo solo per cercare informazioni. Ah, i bei tempi di quando non passavo 24 ore su 24 davanti a uno schermo. Aaah.

Tutti ce lo avevano, ormai era diventata prassi comune chiedere "ce l'hai emmessenne?" invece del classico numero di cellulare. Ecco, gli indirizzi email erano qualcosa di assurdo, forse è proprio per questo che Facebook ha avuto tanto successo, il nome e cognome è molto più facile da memorizzare rispetto a: cucciolinadolce94tvttb@hotmail.it

È inutile che fate i vaghi, sicuramente anche i vostri indirizzi erano altrettanto assurdi e ci sono persone che ancora li utilizzano. 

Tipica ragazzina che parla della pace nel mondo con le sue amichette.

Una volta aggiunti i propri amici, o presunti tali, si poteva iniziare a conversare. MSN era un posto popolato da emoticon brillantinate di grandezze diverse che partivano in automatico. Vi erano persone che avevano memorizzato una faccina per ogni lettera dell'alfabeto. Una minaccia per gli epilettici ed Enzo Miccio.
Senza parlare degli orrori ortografici o dell'utilizzo della k sempre e comunque.

I blog personali collegati al profilo dove, se per sbaglio li aprivi, partivano come minimo sette canzoni all'unisono e piovevano brillantini da ogni dove.
I mattacchioni che impostavano lo stato su invisibile e successivamente in linea e invisibile e in linea, per far apparire il loro nome tremila volte sullo schermo dei propri contatti.
Oppure vi ricordate quando, di punto in bianco, si finiva catapultati in una conversazione di gruppo con migliaia di persone che non si conoscevano? 

Insomma, lo schifo. Meno male che ci siamo evoluti. 

Però se devo essere sincero, c'è una cosa che mi manca di MSN: I TRILLI.
Che bello, quando uno osava tardare più di tre secondi a risponderti, grazie all'applicazione MSN plus che toglieva il limite, si poteva tartassarlo di trilli fino a farlo esaurire.

Aah, che bei tempi!


giovedì 17 aprile 2014

Lucchetti e privacy

Per lucchetti non mi riferisco a quelli che deturpano ogni ringhiera e staccionata di questa città, partendo da Ponte Milvio. 
Maledetto Moccia, ti rendi conto di cosa hai fatto?

Mi riferisco alla vana ricerca di riservatezza tramite l'utilizzo di profili bloccati, detti anche lucchettati.


Facebook ha rivoluzionato il nostro utilizzo della Rete. Se ci pensate, prima, anche se non avevamo nulla da nascondere, era prassi comune nascondersi dietro uno pseudonimo. Dall'avvento di Facebook, che ci ha costretto a inserire il nostro nome e cognome, le cose sono cambiate.
Questa famosa rete sociale ci permette di aumentare i livelli di riservatezza, in modo che solo ed esclusivamente i nostri amici possano aggiungerci o cercarci. 
Infatti, nel tempo è diventata una sorta di salotto di famiglia o ritrovo di amici e, se devo essere sincero, trovo strano che le persone aggiungano così, su due piedi, il primo sconosciuto che hanno intravisto in un aperitivo, ma ognuno è liberissimo di fare quello che vuole.

Ma non è di Facebook che voglio parlare. Io quello che trovo trovo assurdo è lucchettare il profilo di Twitter o di Instagram o addirittura i blog.
Come ho detto prima Facebook è una piazza privata composta da amici, familiari e compagni di scuola, Twitter e Instagram NO.

Quando scopro che il vostro profilo è bloccato
Mi manda in bestia, ripeto IN BESTIA, vedere il famoso lucchetto accanto al nome di qualcuno su Twitter. Lo sai vero che è una rete sociale nata per essere pubblica? 
Tra l'altro, non aggiungono mica solo i loro cari amici, no. Aggiungono anche loro perfetti estranei. Quindi che senso ha?
Forse siete degli agenti dei servizi segreti? No, scrivete puttanate come tutti.

Ecco qualche esempio:

Buongiorno

Oggi sole. Yeee!

Cibo *foto di un piatto di pasta tristissimo in allegato*

Quindi mi chiedo: se non vuoi che i tuoi pensieri vengano letti da chiunque, che cosa diamine ci fai qui? Torna su Facebook. 

Qui, c'è gente che vi sta stolcherizzando e il vostro bloccare profili rende tutto più difficile. Tzé.

mercoledì 16 aprile 2014

Ossessionati dall'aspetto

Vi ricordate quando parlavo degli autoscatti (che io chiamo fauti, clicca qui per sapere il perché), ossia la follia dei mi piace e dei cuoricini che aumentano l'autostima? Oggi, vorrei parlarvi dell'ossessione per l'aspetto fisico.


L'aspetto ci condiziona tantissimo e non è assolutamente vero che chi è bello è un vincente e chi è brutto uno sfigato. In primo luogo, perché la bellezza e la bruttezza sono due fattori soggettivi e mutevoli. Vi faccio il classico esempio degli uomini della preistoria che preferivano le donne in carne e con i fianchi larghi, per questioni riproduttive, mentre adesso la moda costringe le modelle a morire di fame per un po' di fama.

La televisione, e non solo, hanno creato una sorta di bellezza oggettiva a cui tutti dovremmo aspirare.
Eppure ci sono persone che rispondono perfettamente a tutti i canoni di bellezza televisivi, ma hanno un'autostima bassissima. Com'è possibile?
Secondo me, ci sono due possibili spiegazioni. La prima è che magari da piccoli non eravamo per niente a nostro agio con il nostro corpo e, crescendo, abbiamo continuiamo a pensare di essere dei brutti anatroccoli. Oppure perché siamo stati sempre circondati da persone che hanno sempre minato la nostra autostima. 
Non è difficile trovare gente che non è in grado di accettare un complimento:

- "Come stai bene oggi"
- "No, dai. Non è vero".


C'è anche chi ci marcia molto su questo. Dice "no, ma che dici sono bruttissimo/a" per ricevere ancora più complimenti.

Esistono anche persone che sono convinte di essere degli adoni o delle fighe pazzesche e, magari, sempre basandoci sui canoni di bellezza televisivi, non lo sono per niente. E se la tirano, tirano, tirano (tra l'altro, secondo voi quando diciamo "se la tira" di preciso che cosa si tirano?). Diventano quasi insopportabili! Secondo me è anche colpa delle reti sociali, basta scoprirsi un po' per ricevere miliardi di cuoricini. Tzé! Venduti!

In sostanza, volevo chiedervi: ma voi chi odiate di più? 
I cessi o le cesse che se la tirano o i boni e bonazze che pensano di essere brutti brutti? 

Chi è peggio?
Chi si crede figo o figa
Chi ha l'autostima bassa

sabato 12 aprile 2014

La Cucaracha

La cucaracha, la cucaracha
Ya no puede caminar
Porque le falta
Porque no tiene
Marihuana pa' fumar 

L'altra sera siamo andati a La Cucaracha, un ristorante messicano a Via Candia.
Vi avverto, io sono di parte, secondo me questo è il miglior ristorante messicano di Roma. Non sono mai stato in Messico quindi non vi posso dire se le pietanze sono veraci, ma tra tanti ristoranti messicani dove sono stato sicuramente è uno dei più buoni. Calcolate anche che le cucine etniche quando vengono portate in un altro Paese tendono sempre ad andare incontro ai gusti degli autoctoni, inoltre molte spezie o condimenti non sono presenti e quindi si devono arrangiare.
Proprio per questo motivo la cucina italiana all'estero è così diversa da quella che noi conosciamo.

Ritornando al ristorante. Se andate a La Cucaracha dovete assolutamente prendere i nachos ché fanno impazzire di bontà (cit.) e una brocca di margarita. Fidatevi.




Il posto è carino, molto colorato (forse un po' troppo per i miei gusti), ma sicuramente accogliente. Nelle scale che vanno al piano di sotto è possibile scrivere sui muri con un pennarello. Io e i miei amici ci abbiamo lasciato una dedica.

Per quanto riguarda i prezzi, il cibo merita, però forse sono un po' altini. In media si spendono dai 25€ ai 30€.

Ah, provate la torta Oreo. Non c'entra una fonchia con la cucina messicana, ma è molto buona!

giovedì 10 aprile 2014

I cavalli sono persone orribili?

Vi ricordate di questo articolo?
Se siete dei grandi fan de I Griffin come me, sicuramente saprete che i cavalli sono delle persone orribili. Ma riflettendoci, esiste un essere ben più malvagio: l'unicorno.

L'unicorno è un animale cattivissimo.

[musichetta di Super Quark]

L'unicorno appartiene alla famiglia degli equus unicornis ed è un animale che vive principalmente in branco. Solitamente il branco è composto da unicorni beta, dove ognuno ha più o meno le stesse mansioni all'interno del gruppo. 
Il rito di accoppiamento dell'unicorno segue sempre lo stesso schema. Dopo aver avvistato un alfa, lo tampina con ogni mezzo a sua disposizione, ma in caso di fallimento l'unicorno ritornerà nel branco proclamando "era sicuramente un unicorno beta", per non perdere la credibilità del branco. Di fatto, la principale attività degli unicorni è quella di sparlare degli unicorni alfa.
L'alimentazione degli unicorni si basa principalmente su alimenti colorati come cupcake, maccarons e cocktail alla frutta. Prima di cibarsi urlano in coro SELFIEEEEEEEEEE!

[fine musichetta di Super Quark]



In caso vi trovaste difronte a un unicorno ecco che cosa dovete fare:

SCAPPATE!

mercoledì 9 aprile 2014

Vine

Avete presente Vine? Sì, quel programmino che permette di creare dei video di 6 secondi. Forse ci avrete fatto caso che di tutti i video che girano sulla piattaforma, la maggior parte sono di provenienza statunitense. Perché? Ma è ovvio. Come al solito in Italia rimaniamo a guardare. Tzé.

Io dico BASTA.

Voglio contenuti provenienti dall'Italia che non abbiano niente da invidiare da quelli degli statunitensi.

Iscrivetevi e fatemi vedere quello che sapete fare in sei secondi.
Su, su, muovete il culo, ma soprattutto Seguitemi! Faccio un sacco di video idioti.

La Dieta del Giallo

Amici e amiche, oggi vi parlerò di una dieta RIVOLUZIONARIA
Questa dieta vi permetterà di perdere una taglia in solo una settimana. Assurdo, vero?

Come saprete i carboidrati fanno ingrassare e indovinate un po' di che colore sono i carboidrati. Esatto: GIALLI.

Il burro è un carboidrato?

Ecco una lista di alimenti gialli:
  • Pasta senza sugo
  • Frittata
  • Ananas
  • Pannocchie
  • Banane
  • Limoni
Però molti di voi mangiatori-di-spaghetti sarà difficile vivere senza pasta, ma ecco a voi la soluzione; basta nascondere il giallo. Sì, avete capito bene. Affogate gli spaghetti nel sugo e non ingrasserete di un etto.

VIVA LA DIETA DEL GIALLO.

martedì 8 aprile 2014

Facebook

Segui la pagina Facebook per rimanere sempre aggiornati. Ai primi 100 fan un set di pentole in acciaio inossidabile! 
ACCORRETE!


Ah, anche Google+, ma si sa che in realtà Google+ non esiste. È tipo il Molise...

PittaRosso

Simona Ventura tu non sai, TU NON SAI che cosa hai creato!
Questo è l'inno al trash. 

"Ve lo dice la Simona in rosso"
Simona sei vestita di bianco! Sei daltonica?!


Questa pubblicità è già diventata virale. Ho letto gente parlare male di questa pubblicità, ma fidatevi del vostro orsetto di fiducia (che poi sarei io) non ci capisce niente. Il pubblicitario di Pittarello, adesso PittaRosso, è un genio.
Adesso imparate tutti il balletto perché io voglio organizzare un flash mob a Piazza del Popolo. 

Vi prego facciamolo! 

ECCO LA PAGINA DELL'EVENTO SU FACEBOOK CLICCA QUI

lunedì 7 aprile 2014

Recensione: La Dogana Food

Vi ricordate dell'articolo di ieri dove elencavo i pro e i contro dei ristoranti con menù a buffet? Ieri ci sono ritornato. Sì sono recidivo e me ne vanto. Tzé!

Se frequentate la zona di Piramide, vi sarete resi conto che vi è in atto una riqualificazione di tutta l'area nei paraggi del Gazometro, in particolare di via di Porto Fluviale. 
Ieri sono stato in un nuovo locale che si chiama La Dogana. Era da tanto che volevo andarci e finalmente ieri ne ho avuto la possibilità.
Dall'esterno pensavo fosse un piccolo ristorante orientale e, una volta entrato, sono rimasto piacevolmente sorpreso di ritrovarmi in un posto così grande. L'arredamento è molto ben curato e sicuramente il giardinetto all'ingresso e quello interno, con l'arrivo della bella stagione (sperando che arrivi una volta per tutte), saranno perfetti per un aperitivo all'aperto.

 
La cucina è molto variegata, ma forse un po' troppo. Le zone sono delimitate in base al tipo di pietanza, cibi al vapore, grigliati, zuppe e così via. io per esempio ho la vaporeria, i ravioli al vapore e il pane cinese erano veramente buoni. Però una nota di demerito è sicuramente la scarsità di cibo. Probabilmente proprio perché ci sono tante cucine, non hanno la prontezza di sostituire i vassoi vuoti. In alcuni momenti della serata sembrava di giocare a una caccia al tesoro: trova il raviolo cinese e vinci.

Per quanto riguarda il servizio, non aspettatevi un servizio di prim'ordine, siamo sempre in un ristorante a buffet. I camerieri, oltre a portare da bere, tolgono i piatti sporchi, però sono sempre stati molto disponibili. La particolarità di questo ristorante è che, come il cibo, anche il personale proviene da ogni parte del mondo. Italiani, romeni, bengalesi, indiani che lavoravano insieme. Mi sembrava finalmente di vivere in un Paese multiculturale. Un'atmosfera molto newyorkese.

Tirando le somme, direi che non è male come posto, per meno di 20€ si mangia e si mangia bene. Dovrebbero rifornire i vassoi più spesso, questo sì.

Appena ci andrò a fare l'aperitivo vi farò sapere.

(Sì, oggi mi sentivo molto critico da Gambero Rosso. Dovrei aprire la rubrica dell'Orsetto Rosso).

domenica 6 aprile 2014

All You Can Eat

I giapponesi/cinesi/tailandesi dove puoi mangiare a oltranza sono il male. Il male supremo!
Ieri sono stato in uno di questi ristoranti e come al solito abbiamo ordinato il mondo.

- Ciao, vorremmo 20 onigiri, 40 sashimi, 7 zuppe di miso. Qualcuno vuole riso? Sì, portaci 4 riso alla cantonese e degli involtini primavera.
- Basta così?
- No, anche quel cameriere manzo.
Nel ristorante dove siamo stati ieri, ci portavano un piatto alla volta con intervalli regolari di 5 minuti. In pratica, ogni volta che arrivava un piatto, come tanti ninja esperti, io e i miei commensali ci squadravamo con uno sguardo assassino e poi subito un attacco su più fronti, con le bacchette. In alcuni momenti ho avuto seriamente paura.



Analizziamoli nel dettaglio.

I contro:
  1. le bevande sono sempre escluse. A men che non ti porti da bere da casa, ogni bottiglia d'acqua la pagherai d'oro. Ma fottesega.
  2. Servizio. Questi posti non conoscono crisi, men che meno nei giorni festivi. I camerieri sottopagati hanno una voglia di lavorare che ciao proprio. Ti trattano sempre a sashimi in faccia.
  3. Gli stessi camerieri ti obbligano a mangiare tutto quello che ordini altrimenti ti fanno pagare un sovrapprezzo. Comprensibile, però anche più garbatamente.
  4. Qualità del cibo. Devo veramente parlarne? Appunto.
  5. Quello che ordini verrà sempre e comunque interpretato. Se ordini 10 onigiri te ne porteranno 3, perché secondo loro ne avevi ordinati troppi.
  6. Puzzerai di fritto per settimane.

Adesso elencherò i pro:

  1. COSTANO POCO E SI MANGIA TANTO. 
E questo ultimo punto batte tutti i contro. Mi disp.