lunedì 24 marzo 2014

Sessismo linguistico


"Sei proprio stupidah!"

"Zittah!"

"Sfrante cretineh!"

Nella comunità gay vi è la tendenza a utilizzare il femminile per riferirsi ad altri uomini gay. È un uso che non mi piace, lo trovo offensivo. Non solo perché usando il femminile state inconsciamente (anche se molti ne sono ben consci, e ciò mi manda ancora più in bestia) dando del mezzo-uomo. Sei gay? Allora sei una donna mancata. Ma lo trovo offensivo, soprattutto, per le donne e per tutti i movimenti femministi. Perché? Ovviamente perché le donne sono tutt'oggi considerate degli esseri inferiori agli occhi della società. Che domande!
Dire "stupida" è molto peggio di "stupido". In pratica mi stai dicendo che sono stupido come una donna = essere inferiore, schifoso, !

Trovo veramente assurdo che una comunità come la nostra che dovrebbe essere la più sensibile, sia in realtà così omofoba. Non riesco nemmeno a capirne il motivo, mi sforzo, ma niente. Forse un giorno lo capirò. Anche se spero che le cose cambino fino a quel giorno.


Viviamo in una società maschilista, è risaputo. La lingua di una comunità è strettamente legata alla cultura e al modo di pensare dei parlanti, di conseguenza anche l'italiano è una lingua sessista. Alcune lingue non differenziano il genere del parante o delle cose, mentre in italiano sì. Non dico che questo sia un problema, la nostra lingua si è evoluta così non è colpa di nessuno cioè, sì cioè, vabbè avete capito.
Vi sono però due soluzioni, o trasformiamo l'italiano in una lingua che non distingue più il maschile dal femminile oppure usiamo la nostra lingua in un modo più corretto. E non parlo di politicamente corretto, ma solo di più rispettoso degli altri.
Evitate perciò termini come "passiva", "frocia", eccetera. Cos'è? Non sapete inventarvi niente di meglio, come siete tristi.

Siate più ingegnosi, inventatevi insulti artistici! Il mio insulto preferito è "SEI UN CAVALLO!"


Però non voglio del tutto condannare questo uso. Come tutto cioè che è insolito può far ridere, a me fa ridere come una zanzara che ronza vicino all'orecchio quando cerchi di addormentarti, però c'è gente che giura che gli faccia ridere.
Spesso si tratta solo di un uso goliardico, ma attenzione a non esagerare.
Io considero questo uso un po' come il turpiloquio; un vaffanculo ben assestato a volte ci sta (e anche tanto), ma quando in una frase vi sono più insulti che virgole, non fa ridere, anzi.

Sì, oggi sono polemico.

CORRETE, SCIOCCHI, CORRETE!

1 commento:

  1. Mah...
    Non piace che si riferiscano a me col femminile (anche se mi danno della troia, ma questa è un'altra storia e ne parleremo un'altra volta)...
    però se a uno piace che si riferiscano a lui in questo modo...
    Boh, non ci trovo niente di male.
    Contento lui, contenti tutti.

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